30 maggio, venerdì

Manfredonia, notizie e cronaca

⚓ Mare dentro

Solo pochi giorni fa, dopo l’intervento della Guardia di Finanza, si era sottolineato come il nostro porto rischiasse di diventare una discarica, dove oli esausti e rifiuti pericolosi venivano trattati con leggerezza delittuosa. Oggi, quella denuncia si trasforma in protesta. I pescatori di Manfredonia sono scesi in rivolta: multati per smaltimenti irregolari che nascono, però, da una mancanza gravissima – quella delle strutture adeguate. Non c’è isola ecologica, non c’è tracciabilità, non c’è formazione. Eppure, ci sono le sanzioni. Così, dicono tra le righe, si spezza il patto tra città e mare, tra chi lavora e chi dovrebbe tutelare.

Questa non è solo una crisi cittadina: è una crisi culturale. Abbiamo forse preteso sostenibilità senza offrire strumenti, abbiamo chiesto regole a chi naviga nell’assenza. È come ordinare a un marinaio di rispettare le boe quando nessuno le ha posizionate.

Intanto la città prova a muoversi. Si parla di abbattere barriere architettoniche, si aprono spazi solidali, si incontrano cittadini sul diritto alla sicurezza. Tutto positivo, certo. Ma ogni risveglio civico dev’essere completo o non sarà.

Forse è tempo di prestare maggiore ascolto, quando sale la rabbia di un popolo. E, per risposta, non servono frasi di circostanza, ma investimenti, strutture, piani, scelte coraggiose.
Un porto pulito non nasce dai verbali, ma dalla giustizia ambientale e sociale.

Fonti del giorno:

✍️ A cura di VisitManfredonia

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